LUCIO FONTANA

Lucio Fontana nasce a Rosario di Santa Fé (Argentina) nel 1899 da emigrati italiani, ma già in tenera età si trasferisce in Italia dove intraprende gli studi.
La sua passione per l’arte ha inizio nello studio del padre, dapprima in Italia e poi nuovamente in Argentina, dove lavora nell’ambito della scultura cimiteriale. Nel 1929 si diploma all’Accademia di Brera.

Lucio Fontana è stato uno dei grandi protagonisti del Novecento, riconosciuto come il padre dello spazialismo. Partendo dalle riflessioni di Umberto Boccioni, l’artista persegue l’idea di una conquista dello spazio alla scoperta della quarta dimensione con l’obiettivo di giungere ad un’arte che si slegasse dalla bidimensionalità e dalla staticità, ma si espandesse nello spazio. La sua ricerca artista pone fine alla pittura e alla scultura in senso tradizionale. Rompendo la tela e coinvolgendo una terza dimensione, l’artista sperimenta la ricerca dell’infinito. Essendo le sue opere legate a dei concetti, Fontana può anche essere considerato uno dei precursori dell’arte concettuale.  

L’ artista inizia a collezionare i primi successi nel 1930 partecipando alla XVII Biennale di Venezia alla quale presenta due sculture. Fontana continua a sperimentare questa tecnica utilizzando il gesso e la ceramica.

Durante la seconda guerra mondiale, l’artista lascia nuovamente l’Italia per l’ Argentina, dove insegna decorazione all’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires. Qui l’artista firma, assieme ad alcuni suoi allievi e giovani artisti, il Manifiesto Blanco, che può essere considerato il testo fondante dello spazialismo. Negli stessi anni, realizza il primo Concetto spaziale e nel 1947 è uno dei firmatari del Manifesto dello spazialismo. Prima di rientrare in Italia, Fontana espone al MoMA di New York in una collettiva dell’arte italiana del XX secolo.

Rientrato in Italia, Fontana espone i suoi primi Ambienti spaziali in neon alla Triennale di Milano (1951) e comincia a sviluppare le ricerche per cui è oggi universalmente noto: dapprima i “buchi” e a partire dal 1958 i “tagli”

Quali sono i presupposti che portano ai buchi e ai tagli? 

Fontana sosteneva che l’arte è destinata a morire come materia fisica, ma in quanto bisogno innato dell’essere umano, rimane eterna nella sua dimensione di gesto. 

I buchi e i tagli sono un’uscita dalla materia, un modo per superarla.

La conquista dello spazio è anche una conseguenza della storia dell’umanità, che negli anni dei “buchi” e dei “tagli” stava, appunto, conquistando lo spazio con le spedizioni lunari.