Liu Bolin

Liu Bolin nasce nel 1973 nella provincia più orientale della Cina, lo Shandong. Studia e forma la sua poetica artistica con il maestro Sui Jianguo all’Accademia Centrale d’Arte Applicata.
Nelle sue opere l’artista pratica la “rivelazione” attraverso la tecnica della “mimetizzazione”. Sceglie consapevolmente di annullarsi per denunciare la condizione dell’uomo contemporaneo, smarrito con la propria identità in una società iper-materialista e iper-tecnologizzata. La società di oggi, secondo Liu Bolin, ci impone di pensare all’interno di schemi ben definiti e così facendo l’uomo perde la sua individualità.  Questo progetto artistico, immortalato in scatti fotografici, prende il nome di “Reveal the invisible” e prevede la colorazione del suo corpo, ed eventualmente quello di altri collaboratori, attraverso tecniche di body painting con il fine di mimetizzarsi nell’ambiente circostante.
Liu Bolin cresce e si forma nel pieno dello sviluppo economico cinese, che coincide anche con un periodo di stabilità politica del paese. I cambiamenti sociali di questo periodo si ritrovano nella sua serie di opere “Hiding in the City”, in cui riesce a toccare temi universalmente discussi come quello del rapporto tra uomo e natura o quello tra pensiero e potere politico.
Liu Bolin celebra il valore supremo dell’individualismo e lo fa attraverso un’ azione potentissima e concettuale: l ’autoeliminazione e la dispersione dell’ Io nell’ambiente urbano.
Le fotografie delle sue performance sono state esposte nelle più importanti e prestigiose sedi di fotografia contemporanea del mondo e in musei internazionali.

“Il camaleonte ha la straordinaria prerogativa di cambiare colore per uniformarsi al colore dello sfondo come forma di auto-protezione mentre gli esseri umani non sono animali perché non sanno proteggere sé stessi.