MAURIZIO L' ALTRELLA
Maurizio L’Altrella è nato a Milano nel 1972, dove vive e lavora. Ha iniziato la sua esperienza pittorica nel 2010, proponendo il suo lavoro a gallerie d’arte, curatori, critici d’arte e collezionisti.
Ad oggi le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni private, collabora con gallerie in Italia e all’estero. Le sue influenze e la sua ispirazione passano principalmente attraverso l’osservazione dei grandi maestri del ‘500 e ’600 fiammingo, italiano, spagnolo e di quelli del XIX e XX secolo tra cui Eduard Manet, Caspar David Friedrich, William Turner, Francis Bacon, Lucian Freud, Gerhard Richter. Il suo sguardo viene coinvolto in maniera importante anche da maestri contemporanei che si esprimono con tipi di media diversi dalla pittura, come Bill Viola, Peter Greenaway, Philippe Parreno, Pierre Huyghe e altri ancora.
“Nel mio viaggio il tutto si muove attraverso visioni oniriche, mitologiche e metafisiche. Indago su vuoti e pieni temporali, lo spazio e la materia effimera che lo compone. Non ho mai un ordine prestabilito nella ricerca m’immergo nell’io profondo, dove le strade s’intrecciano inevitabilmente spinte dal sentimento e dal ricordo. Ogni elemento mantiene il suo valore intrinseco, posso solo ascoltare il mio cuore, nulla è lasciato al caso.”
Un mondo che l’autore, dall’inconfondibile stile pittorico narrativo, ci racconta usando un artificio retorico: l’allegoria. Essa viene usata nella sua accezione sia pittorica che letteraria e diventa quella trama di senso che va a esaudire i suoi dipinti. I suoi quadri, proprio come lo erano i Carmina, sono religiosi e poetici, comprendono preghiere e profezie, ma anche precetti.
L’Altrella ci conduce in un’epoca lontana, eppure la simbologia allegorica dei suoi dipinti talvolta esplicita, altre volte solo espressa grazie all’uso simbolico che il pittore fa del contenuto narrativo e dell’impianto spaziale del quadro. Egli contestualizza e attualizza sempre la scena, che ci appare vivida, pulsante di verità, eterna. L’artista è traghettatore di un segno pittorico antico, che si tramanda in seno a una tradizione europea classica, e che egli converge in un “qui e ora” pregni di potenza oracolare. Esattamente come lo sono le opere allegoriche che costituiscono l’impianto letterario più sotterraneo della nostra cultura occidentale: la Divina Commedia di Dante e le Metamorfosi di Ovidio. Dove il fantastico abbraccia il perturbante, l’onirico, l’impossibile.
Non solo L’Altrella è un grande artista che governa la pittura al punto di crearla dalla sua decomposizione, ma è anche un artista concettuale nel senso più alto del termine, essendo un pittore di pensiero.