Mario Schifano è stato uno degli artisti più importanti degli anni Sessanta. Nasce in Libia nel 1934, ma si trasferisce a Roma dove inizia gli studi che presto abbandona per lavorare insieme al padre, archeologo e restauratore, nel museo etrusco di Villa Giulia, avvicinandosi così al mondo dell’arte. Le sue prime opere sono influenzate dalla corrente artistica dell’ “Informale”, capeggiata da Alberto Burri e Lucio Fontana. Nel 1959 espone per la prima volta alla Galleria Appia Antica a Roma, presentando tele monocromatiche su cui incolla carta e lettere. Ne è un esempio il dipinto No.
A cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, Schifano fa il suo ingresso nel movimento artistico della Scuola di Piazza del Popolo assieme ad artisti a lui contemporanei quali Mimmo Rotella, Tano Festa, Giosetta Fioroni e Franco Angeli.
Nel 1962, Mario intraprende il suo primo viaggio a New York, dove ha modo di frequentare la Factory di Andy Warhol, il New American Cinema Group e di partecipare alla mostra collettiva New Realists, assieme a Warhol, Lichtenstein e altri esponenti della Pop art e del Nouveau Réalisme. Una volta rientrato in Italia, Schifano partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia del 1964 proponendo alcuni tra i suoi quadri più celebri: i Paesaggi Anemici.
Gli anni Sessanta consacrano Mario Schifano come figura centrale dell’arte e del cinema sperimentale italiano; nonché lo avvicinano al mondo della musica.
Durante gli anni ’80, invece, l’artista si mette alla prova con nuove tecnologie e nuove tecniche che spaziano al di là della pittura, affermandosi così come uno dei maggiori esponenti della Pop Art Italiana. A questo proposito, si può fare riferimento alla serie Le Propagande, dedicata alla riproduzione di marchi pubblicitari, tra cui ricordiamo Coca Cola ed Esso, ma sono celebri anche le serie Vedute interrotte, L’albero della vita, Estinti e Campi di grano, che ripropongono immagini semplici e quotidiane.
Nonostante subisca il fascino della cultura pop, l’artista non condivide l’elogio del capitalismo e la visione di Warhol; ne apprezza solamente il potere che è in grado di esercitare sulle persone e sulla società.
Mario Schifano è stato anche uno dei primi a sperimentare con il computer realizzando le cosiddette tele computerizzate o emulsionate, ovvero opere prodotte a computer e successivamente riportate su tela in cui proponeva immagini televisive modificate con colori innaturali.
La vita di Schifano è stata strettamente legata a problemi con la droga, che lo hanno accompagnato fino alla morta avvenuta nel 1998 a causa di un infarto.