LAIKA 1954

Laika 1954 è una street artist italiana. Si definisce “attacchina” o “Poster Artist” per sottolineare non solo la sua attitudine alla produzione di poster, ma anche il forte legame tra arte e lavoro manuale. L’artista, infatti, come parte del suo look da utilizzare durante i blitz di attacchinaggio, ha scleto i tipici pantaloni arancioni da operaio. 

Il nome “Laika 1954” nasce come richiamo al primo essere vivente giunto nello spazio, la cagnolina Laika, nata nel 1954. La scelta del nome, quindi, è legata al concetto di voler “puntare allo spazio”, di non porsi mai dei limiti. Puntare allo spazio, inoltre, permette di osservare il mondo da lontano per avere una visione più ampia, senza limiti. 
L’attacchina ha deciso di non svelare la propria identità indossando una maschera.

L’ anonimato le garantisce una maggiore libertà espressiva.

Laika inizia la sua attività nella primavera del 2019, attaccando degli sticker nella sua città, Roma.

La fama internazionale arriva all’inizio del 2020 con le sue due opere più famose: Jenesuispasunvirus, una delle prime al mondo dedicate al COVID19, che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia; L’ Abbraccio, il celebre poster dedicato a Patrick Zaki e Giulio Regeni attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma. Degno di nota è il suo progetto “Life is (not) a Game”: un viaggio sulla rotta balcanica per denunciare le atroci condizioni di vita dei migranti. La sua attività è diventata oggetto di un docufilm diretto da Antonio Valerio Spera, presentato alla 17a edizione del Roma Cinema Fest nella sezione Freestyle.

Il fascino misterioso di questa figura, quasi “asessuata”, ha portato a definirla come “la Banksy italiana“; definizione attribuita per lo più dalla stampa internazionale. 
Laika non si limita all’utilizzo di una sola tecnica realizzativa o ad uno stile definito ed univoco. L’artista ha affermato più volte di voler piegare il suo stile espressivo al messaggio che intende mandare con ciascuna opera, anteponendo quindi il concetto all’immagine
Il Magazine “D – la Repubblica delle donne” l’ha inserita tra le “100 Donne che cambiano il mondo” del 2021.